domenica 23 febbraio 2014

No Ministro Integrazione per Governo Renzi

Ieri “finalmente” è nato il tanto “desiderato” governo Renzino.
Con questo breve articolo non voglio entrare nel merito delle scelte effettuate dal Primo Ministro, anche se qualche critica la rivolgerei. Come ad esempio lo spostamento di Ministri da una istituzione all’altra. Ma il fatto che più di tutti mi ha colpito è stato la “dipartita” del Ministro dell’Integrazione. Dopo tanti mesi di proteste ed insulti rivolti a Cècile Kyenge, “finalmente” qualcuno potrà essere soddisfatto.
Tra i tanti significati che si possono dare alla parola integrazione, vorrei sottolineare quello in cui questa parola significa unificazione, stretta collaborazione tra soggetti diversi, assimilazione, inserimento di individui o gruppi in un ambiente sociale, in una comunità.
A questo punto la domanda che mi sorge spontanea, dato il taglio ministeriale, è “ma nel nostro Paese siamo veramente così integrati che possiamo  permetterci di salutare il ministero sopra citato?”
La mia risposta è un secco NO.
A 153 anni dalla nascita dell’ Italia ci sono problemi di unificazione tra gli stessi italiani e ancora maggiori sono quelli di penetrazione nel tessuto sociale degli stranieri nel nostro territorio. Infatti è oramai spesso oggetto di cronaca i pochi strumenti a disposizione delle strutture adibite all’ aiuto degli immigrati o dei centri di prima accoglienza. Questo è causa di problemi e ritardi nella buona integrazione di coloro che iniziano o da diverso tempo vivono in Italia. La stessa Italia ha estremamente bisogno  di un cambio radicale della politica di immigrazione. L’attuale legge, Bossi-Fini del 2002, è un  maltrattamento scritto nei confronti di coloro che arrivano nel nostro Paese.

In conclusione, chiederei direttamente al “nostro” Primo Ministro di incentivare le politiche nel campo dell’ immigrazione e integrazione. Essendo io stesso un “migrante”, certo per motivo di studio, capisco bene come sia importante avere a disposizione mezzi in grado di agevolare la costruzione di una propria vita in terra straniera.

sabato 15 febbraio 2014

Non c'è 2 senza 3...

Per chi ancora non se ne fosse accorto sta cambiando per l’ennesima volta chi ci rappresenta. Questo avvicendamento ai vertici alti della nostra politica sta avvenendo senza una consultazione popolare, ovvero le elezioni politiche. Forse qualche persona stolta ha pensato bene che agli italiani non piace votare. Si tratta del terzo premier consecutivo, dopo Mario Monti  ed Enrico Letta, senza legittimazione degli elettori italiani.
Mi stupisce il fatto di come molti giornali e molti cittadini italiani prendono questo evento come la normalità all'interno di una democrazia. Non c’è stato un grido che tuonava allo scandalo, oppure al termine golpe che è tornato di moda nello scenario italiano.
Invece di eleggere noi, cittadini italiani, chi ci deve rappresentare, si scelgono tra di loro per rappresentarci. Ma continuando con questi espedienti obsoleti nessuno potrà mai rappresentarci perché è un nostro diritto e un nostro dovere scegliere liberamente la persona che più ci rappresenta.
Sorge spontanea una domanda, oppure più di una: la persona, a meno di eventuali sorprese sarà il temerario Matteo Renzi che andrà a rappresentare noi cittadini, da chi è stato eletto? Qualcuno potrebbe argomentare ed essere convinto che è stato eletto attraverso le primarie del PD. Ma sicuramente come dice Cesare Martinetti nel suo articolo a la Stampa, nemmeno il PD rappresenta tutta la nazione.
Rimango ancora stupito del fatto, in fin dei conti non dovrei rimanerci così male, che in questo paese non c’è assolutamente coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Matteo Renzi disse, in un tempo non troppo lontano, riguardo alla famosa “staffetta” con Enrico Letta “ma chi me lo fa fare”. Questa frase e i successivi avvenimenti sono la constatazione del fatto che quelli che parlano del rispetto delle regole sono i primi a maltrattarli.

Sarebbe troppo bello pretendere da parte dei politici, o da chi ci dovrebbe rappresentare un po’ di senso civico e morale. Purtroppo il rispetto delle istituzioni, della democrazia e soprattutto il rispetto dei cittadini è messo in disparte rispetto ai propri interessi che possono solamente accrescere il malessere e l’anomalia Italia.

sabato 8 febbraio 2014

Perchè Cosmonauta?

Ho pensato molto prima di aprire un mio personale blog.
Infine sono giunto alla conclusione di poter provare a dare forma ai miei pensieri.
Qualcuno, leggendo la parola COSMONAUTA, potrebbe pensare che sia riferito ad una specifica connotazione ideologica, invece l’uso che voglio farne è quello di attribuirgli un mio particolare significato nel tentativo di dare forma al mio pensiero, che altrimenti sarebbe astratto e vago,  attraverso la creazione di un blog.
In qualsiasi dizionario di lingua italiana il termine  COSMONAUTA  indica “il navigatore degli spazi cosmici”, per me tale termine va riletto come una metafora con cui descrivere la lotta di ogni uomo per ciò in cui crede.
Nello scegliere la parola COSMONAUTA come nome del mio blog  sono stato influenzato dall' omonimo film del 2009 di Susanna Nicchiarelli, in cui si narra il parallelismo tra l’utopia di una nuova società e il sogno dello spazio, il tutto attraverso l’occhio della giovane protagonista. Del film mi ha catturato la sua semplicità e il suo  pensiero di fondo, o almeno quello che io ho voluto leggerci:  credere in un sogno ti spinge a fare il necessario affinché questo si realizzi, anche se a volte i sogni sono solo frutto di illusioni.
Il contesto storico in cui il film è ambientato, fatto di rinascita e speranza per il futuro, non può essere paragonabile all’ attuale contesto in cui viviamo, dove ci manca la capacità di sognare un NOSTRO futuro, ma il futuro che desideriamo potrà realizzarsi solo se ricominciamo a sognare, insomma un vero e proprio circolo vizioso.
Sognare non è un sinonimo di irrealismo, per me vuol dire credere che il proprio desiderio possa concretamente realizzarsi e magari continuare a vivere nel tempo, anche se solo con noi. In particolare penso che si possa sognare avendo un proprio pensiero personale, fatto sempre più difficile nell’ attuale contesto in cui viviamo, dove crescente è l’ omologazione alla massa, un processo che ci rende sempre meno capaci di sviluppare un senso critico verso l’ ambiente che ci circonda.

A conclusione della presentazione del nome del mio blog, vorrei solo aggiungere che anche partendo dalle piccole cose, si può sognare. Il nome di questo blog rappresenta un sogno attraverso il futuro.