A meno di
un mese dalle prossime elezioni Europee che si terranno il 25 maggio, la
campagna elettorale è caratterizzata da una forte mancanza di dibattito
sull’Unione Europea, o meglio tante parole, ma poche soluzioni reali. La
politica italiana si sta scontrando con se stessa, con le vecchie logiche del
non proporre nulla. Stiamo assistendo alla nazionalizzazione del dibattito
europeo, dove le questioni interne prevalgono su quelle europee.
Questa
campagna elettorale si può ben definire come un gioco al massacro: vince chi
padroneggia con maestria il linguaggio dell’insulto solo per accaparrarsi pochi
spiccioli di voti. Questa situazione è alquanto imbarazzante e priva di
incoraggiamento per chi vuole assistere a un dibattito dove vengono espresse
quali sono le misure da adottare per poter migliorare e cambiare la nostra
Unione.
Come
afferma in un articolo de La Stampa
Daniele Marini “in Italia, il dibattito
attorno a questa scadenza è considerato più per il suo effetto-termometro nei
confronti del Governo Renzi e per misurare le forze dei diversi partiti
piuttosto che per una riflessione approfondita sulle politiche e le prospettive
dell’Ue”.
Pochi sono state le
persone che hanno sottolineato l’importanza dell’Unione Europea sia per i
cittadini italiani sia per il suo ruolo svolto negli ultimi anni. Ha dato la
possibilità di sognare uno stile di vita migliore, ha dato la possibilità a tutti
di mettersi in gioco e sfruttare le occasioni che ci vengono offerte, ha dato
la possibilità di sentirci uguali tra di noi.
Purtroppo quest’
Unione Europea non è caratterizzata solamente da traguardi positivi,
infatti oggi siamo difronte a delle falle
all’ interno del sistema Europa molto grandi. Per questo motivo tutte le forze
politiche in campo, soprattutto quelle che vedono nell’ Europa un punto cardine
da seguire, dovrebbero fornire proposte ed idee da mettere in pratica,
soprattutto in vista del semestre europeo che l’ Italia assumerà a luglio.
Queste forze politiche che supportano l’ Unione Europa devono essere
responsabili e consapevoli del momento storico nel quale stiamo vivendo, perché la
minaccia di coloro che vogliono tornare agli stati nazionali è sempre più
forte. Senza dubbio, la mancanza di dibattito sull’Unione Europea non
incoraggerà la spinta pro-Europa a scapito di un indebolimento non solo della
percezione europea in Italia ma anche in tutti gli altri Stati Membri.