mercoledì 30 aprile 2014

Campagna elettorale Europea, senza Europa

A meno di un mese dalle prossime elezioni Europee che si terranno il 25 maggio, la campagna elettorale è caratterizzata da una forte mancanza di dibattito sull’Unione Europea, o meglio tante parole, ma poche soluzioni reali. La politica italiana si sta scontrando con se stessa, con le vecchie logiche del non proporre nulla. Stiamo assistendo alla nazionalizzazione del dibattito europeo, dove le questioni interne prevalgono su quelle europee.  
Questa campagna elettorale si può ben definire come un gioco al massacro: vince chi padroneggia con maestria il linguaggio dell’insulto solo per accaparrarsi pochi spiccioli di voti. Questa situazione è alquanto imbarazzante e priva di incoraggiamento per chi vuole assistere a un dibattito dove vengono espresse quali sono le misure da adottare per poter migliorare e cambiare la nostra Unione.
Come afferma in un articolo de La Stampa Daniele Marini “in Italia, il dibattito attorno a questa scadenza è considerato più per il suo effetto-termometro nei confronti del Governo Renzi e per misurare le forze dei diversi partiti piuttosto che per una riflessione approfondita sulle politiche e le prospettive dell’Ue”.
Pochi sono state le persone che hanno sottolineato l’importanza dell’Unione Europea sia per i cittadini italiani sia per il suo ruolo svolto negli ultimi anni. Ha dato la possibilità di sognare uno stile di vita migliore, ha dato la possibilità a tutti di mettersi in gioco e sfruttare le occasioni che ci vengono offerte, ha dato la possibilità di sentirci uguali tra di noi.

Purtroppo quest’ Unione Europea non è caratterizzata solamente da traguardi positivi, infatti  oggi siamo difronte a delle falle all’ interno del sistema Europa molto grandi. Per questo motivo tutte le forze politiche in campo, soprattutto quelle che vedono nell’ Europa un punto cardine da seguire, dovrebbero fornire proposte ed idee da mettere in pratica, soprattutto in vista del semestre europeo che l’ Italia assumerà a luglio. Queste forze politiche che supportano l’ Unione Europa devono essere responsabili e consapevoli del momento storico nel quale stiamo vivendo, perché la minaccia di coloro che vogliono tornare agli stati nazionali è sempre più forte. Senza dubbio, la mancanza di dibattito sull’Unione Europea non incoraggerà la spinta pro-Europa a scapito di un indebolimento non solo della percezione europea in Italia ma anche in tutti gli altri Stati Membri.

martedì 8 aprile 2014

Più Informazione

Nell’ ultima puntata del programma In mezz’ ora condotto da Lucia Annunziata erano presenti in studio come ospiti Barbara Spinelli, Alexis Tsipras ed alcuni candidati alle elezioni europee nella Lista L’ Altra Europa con Tsipras. Questa lista è stata definita da più voci una delle più interessanti e particolari sullo scenario italiano. Il dibattito si è naturalmente incentrato sulla campagna elettorale che diventa sempre più accesa mano a mano che si avvicinano le elezioni del prossimo maggio.
Nella puntata si è lasciato ampio spazio di parola a Tsipras, candidato al ruolo di Commissario europeo, affinché potesse spiegare quali sono i temi centrali del suo programma politico.
Queste elezioni racchiudono una grande potenzialità, in quanto possono segnare una svolta per l’ Europa, un cambio della sua direzione di marcia fatto attraverso le scelte dei cittadini alle urne. Un segnale di rottura da tutte quelle politiche che sono state attuate sino ad ora ed hanno portato alla disunione dell’ intera Europa a causa dell’ austerità, della politica dei conti di bilancio perfetti, insomma della politica che non guarda ai concreti bisogni del cittadino.
Se l’ Europa vuole tornare ad essere l’ unione dei popoli, bisogna lottare contro coloro che hanno o vogliono portare  allo sfaldamento dell’ Europea. Questa lotta deve essere condotta quindi da un lato contro i movimenti populisti, dall’ altro contro coloro che propongono per l’ ennesima volta politiche d’ austerità.
L’ intento di queste righe è anche quello di soffermarmi sullo spazio mediatico che questa lista ha a livello nazionale, infatti non è errato affermare che i mass media ne danno ben poche notizie.
Spiegare il perché di tanto poco interesse da parte del mondo dell’ informazione su questa lista può essere non semplice, sicuramente non si può negare che probabilmente la sua macchina della comunicazione non è stata fino ad ora in grado di funzionare pienamente, i suoi mezzi economici sono meno poderosi rispetto a quelli che possono utilizzare altre liste, ma sale anche il sospetto che ancora una volta i mass media nostrani assoggettati al volere dei potenti preferiscano seguire le volontà di questi.

Forse si teme in questo paese proprio il cambiamento. Il timore dei governanti e dei mass media, pur esprimendo loro stessi la necessitò di cambiamento, si esprime con la disinformazione. Il dissenso sembra che venga represso attraverso metodi autoritari e lo spazio di critica non debba esistere.